FURTI DI FARMACI ANTITUMORALI: PIÙ SICUREZZA NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE

Nel 2014, sembrava essersi arrestato ma il fenomeno dei furti di farmaci antitumorali, che interessa le mafie, è tornato a causare enormi danni, in termini sia economici sia sanitari. Non si tratta di un nuovo trend ma di un business senza scrupoli che torna a colpire tanto l’Italia quanto la Germania e che rappresenta, ormai, un’emergenza.

La nuova frontiera del crimine è il furto e spaccio di medicine con conseguente traffico di sostanze che vengono rivendute in Germania. Risultato: gli ospedali italiani rischiano di restare sprovvisti di antitumorali mentre giungono in terra tedesca sostanze scadute o contraffatte. È qualcosa di gravissimo.

Secondo gli investigatori tedeschi la ‘ndrangheta potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano nel cosiddetto ‘mercato parallelo’ europeo dei farmaci.

Vediamo i dettagli di questo traffico, ‘sporco’ ma tecnicamente legale, che danneggia tutti e vale milioni di euro.

Furti di farmaci antitumorali: il mercato parallelo europeo

Agiscono veri e propri commando assoldati da organizzazioni criminali che sanno già dove e come piazzare i farmaci rubati, con quali sistemi rivenderli nel mercato farmaceutico parallelo europeo. Un sistema tecnicamente legale che, però, è possibile individuare grazie a false fatturazioni.

Questi ‘operai del crimine’ a volto coperto, armati di fucili e pistole, tendono agguati ai tir con veri e propri assalti. Fanno scendere i conducenti in zone solitarie prima dell’alba, sequestrano il tir, si fermano in strade di campagna e lo svuotano fuggendo con la refurtiva d’oro (farmaci antitumorali).

Il crimine organizzato si impossessa dei farmaci anche per altre vie, non solo attraverso le rapine ai tir: furti alle farmacie o ai depositi degli ospedali, infiltrazioni nelle strutture sanitarie o corruzioni del personale in servizio.

Il ‘parallel trade’ (mercato parallelo) è legale: si basa sulla libera circolazione di un farmaco autorizzato all’interno del mercato Ue che può essere rivenduto a prezzi più vantaggiosi tra un Paese membro e l’altro. Se i furti di farmaci antitumorali puntano al mercato tedesco è perché in Germania i prezzi di questi farmaci costano di più rispetto all’Italia. Una parte di responsabilità in tutto questo è stata attribuita a grossisti tedeschi come LunaPharm che si è ritrovata al centro di uno scandalo. Questa azienda, nel giro di 3 anni, ha introdotto farmaci antitumorali sottratti alla Grecia e, più di recente, all’Italia puntando più alla convenienza che alla sicurezza.

Risultati: ha sottratto medicinali salvavita ai malati di cancro in Italia, da una parte, e, dall’altra, ha rivenduto ai malati tedeschi farmaci inefficaci e rischiosi in quanto potrebbero essere contaminati, sfuggiti al controllo di una corretta conservazione, diluiti, contraffatti. La legge tedesca impone alle farmacie di acquistare almeno il 5% dei farmaci dal mercato parallelo.

Assalti ai tir e razzie negli ospedali dopo una pausa di 3 anni

Il fenomeno dei furti dei farmaci antitumorali negli ospedali e delle rapine ai tir che li trasportano sembrava essersi fermato dopo l’operazione internazionale Volcano coordinata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) scattata dopo due anni (2012-2014) di rapine e furti.

Andando ancora più indietro nel tempo, nel periodo 2006-2014, secondo uno studio pubblicato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e dall’Università degli Studi di Trento, un ospedale su 10 è stato coinvolto nel furto di farmaci antitumorali (per il 55%) registrando, per ogni colpo messo a segno, una perdita media di circa 330 mila euro oltre ai medicinali sottratti ai malati.

Dopo una pausa di 3 anni, il fenomeno è tornato a far parlare di sé con gli assalti agli autotrasportatori ed i furti nelle farmacie ospedaliere. Quest’anno sono già stati rubati milioni di euro in farmaci antitumorali di nuova generazione.

Furti di farmaci antitumorali: ‘ndrangheta e camorra in primo piano

Gli investigatori sono sempre più convinti che dietro a tutto questo ci sia la presenza di organizzazioni criminali mafiose.

Dall’inchiesta della Dda di Bologna, ad esempio, emerge un legame tra la criminalità organizzata dei farmaci (i ‘grossisti’) ed il clan Licciardi (potente famiglia della camorra) grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, ma gli investigatori ipotizzano che la ‘ndrangheta abbia un ruolo di primo piano in questo traffico. Dalle varie indagini sono stati scoperti circa 200 cognomi collegati ad organizzazioni mafiose residenti in Germania. Clan calabresi sono da tempo presenti in Germania dove non esiste il reato di associazione mafiosa ed è proprio in Calabria che, ultimamente, sono aumentati i casi di super furti di farmaci antitumorali.

L’Agenzia italiana del farmaco ha messo in guardia gli investigatori di Berlino dicendo che nessun farmaco salvavita dovrebbe uscire (teoricamente) dal sistema sanitario italiano visto che tutti sono ceduti in esclusiva alle farmacie degli ospedali.

Rapine e stoccaggi avvengono, in particolar modo, nel Sud Italia (Campania, Calabria, Sicilia, Foggia, Bari) ma anche il Centro Italia non è del tutto immune dal fenomeno (ricordiamo la razzia nel mese di maggio a Grosseto di medicinali, in gran parte antitumorali, per un valore di 3 milioni).

Si tratta di ladri esperti che riescono ad agire in zone d’ombra dei sensori antifurto.

Due priorità assolute: più sicurezza negli ospedali italiani, più controllo in Germania

Il sistema sanitario italiano è carente di circa 1.500 medicine e questo comporta il ritardo o rinvio per i malati di curarsi adeguatamente. La Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) collabora dal 2014 con Aifa e con i Carabinieri dei Nas per arginare e controllare il fenomeno dei furti di farmaci antitumorali.

Secondo il responsabile della supply chain di Roche Lidio Brasola, sono due le priorità assolute per far fronte a questa emergenza: controlli più efficaci in Germania per impedire infiltrazioni illegali e più sicurezza nelle strutture ospedaliere italiane.

Il dirigente dell’Area Ispezioni e Certificazioni Aifa Domenico Di Giorgio aggiunge: “Nel 2014 coordinammo l’operazione europea Volcano contro furti e riciclaggio dei farmaci. Oggi, mancano sanzioni specifiche: agli 80 arresti in Italia sono seguite condanne per reati comuni (rapina, furti). All’estero, chi comprava farmaci da canali sospetti è stato trattato addirittura come una vittima”.

L’inchiesta che ha portato allo scandalo LunaPharm è finita davanti all’Ema (Agenzia Europea per i medicinali). Aifa ha messo in guardia la Germania su questo caso ma a Berlino ben poco è stato fatto finora. I farmaci antitumorali illegali continuano ad essere distribuiti senza particolari controlli.

Aifa chiede l’introduzione di reati specifici ed un ripensamento della normativa europea contro le distorsioni del mercato parallelo tedesco che alimenta il traffico di prodotti illegali mettendo a rischio i pazienti italiani e tedeschi e danneggiando i sistemi sanitari europei.

 

Francesco Ciano

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