Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017: analisi dei dati in Italia
I dati aggiornati in termini di Sicurezza sono contenuti nell’Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017, derivanti dall’analisi delle più recenti informazioni su Giustizia e Criminalità in Italia.
Da questo Annuario, noi di Più Sicurezza abbiamo estratto i punti di maggior interesse per quella che è la nostra mission da sempre, concentrata prevalentemente sulla giustizia penale piuttosto che su quella civile ed amministrativa.
Il nostro focus è la sicurezza dei cittadini, la tutela da atti criminali, rapine, aggressioni, minacce, persecuzioni, pericoli, incendio, ecc.
Le informazioni estratte dall’Annuario ISTAT 2017 riguardano dati statistici riferiti agli anni 2015 e 2016.
In linea generale, sulla base di questi dati, diminuiscono omicidi e rapine ma cresce la percezione del rischio criminalità tra gli italiani.
Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017: i + ed i – in materia di crimine in Italia
Sulla base delle informazioni pubblicate nell’Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017, in Italia, i delitti denunciati nel 2015 dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria ammontano complessivamente a 2.687.249 e sono in calo rispetto al 2014 (-4,5%).
Risultano in diminuzione anche le seguenti voci:
- Omicidi volontari consumati (-1,3%);
- Tentati omicidi (-3,8%);
- Violenze sessuali (-6,0%);
- Lesioni dolose (-3,2%);
- Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-10,3%);
- Furti (-7,0%);
- Rapine (-10,6%);
- Ricettazione (-7,6%);
- Delitti legati alla droga (-1,9 %).
Al contrario, sono in netto aumento:
- Denunce per estorsione (+19,7%);
- Numero dei detenuti nelle carceri italiane (54.653 nel 2016, ovvero il 4,8% in più rispetto al 2015);
- Percezione del rischio criminalità delle famiglie italiane nella zona in cui abitano (si passa dal 30 % nel 2014 al 38,9% nel 2016).
In ripresa le truffe e le frodi informatiche (+8,8 %) nel 2015 rispetto al 2014.
Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017: procedimenti penali e tasso di delittuosità nazionale
Accanto a questi dati, segnaliamo una lieve diminuzione (-1,2%) della sopravvenienza per i procedimenti penali in primo grado nel 2015 rispetto all’anno precedente. In parte, questa diminuzione è riconducibile agli effetti indiretti della legge 28 aprile 2014, n. 67 che dispone deleghe al governo in materia di depenalizzazione di alcuni delitti.
Il quoziente di delittuosità nazionale è di circa 44 delitti per mille abitanti con dati regionali variabili.
Vediamo quali sono questi dati variabili:
- Sei regioni del Centro-Nord (Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Piemonte, Lombardia e Toscana) hanno valori superiori alla media nazionale (tra 57 e 49 delitti per mille abitanti);
- I livelli più contenuti sono stati registrati in Basilicata e Molise (rispettivamente 26 e 29 delitti per mille abitanti);
- I tassi di delittuosità più alti risultano al Nord-Ovest e nel Centro (rispettivamente 51 e 48);
- Nelle Isole e nel Sud si rilevano dati ben al di sotto della media italiana (rispettivamente 36 e 38).
Nel leggere questi dati, teniamo sempre presente la maggiore o minore propensione alla denuncia nelle varie regioni italiane, specie per quei delitti considerati ‘meno gravi’ dalle vittime o la loro paura che li spinge a non denunciare un crimine.
Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017: delitti registrati dalle procure della Repubblica
Nel 2015, i delitti registrati dalle procure della Repubblica presso i tribunali sono stati circa 3,5 milioni (in linea con i dati dell’anno precedente).
Di seguito, i dettagli riportati nell’Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017:
- 62,9% dei delitti attribuiti a ignoti;
- 19,9% dei casi archiviati a vario titolo. Per i delitti di autori maggiorenni, succede principalmente per valutazioni nel merito o per mancanza di condizioni di procedibilità mentre le archiviazioni per prescrizione in procura interessano il 9% dei delitti di maggiorenni;
- Solo nel 17,2% dei casi ha inizio l’azione penale per l’indagato o gli indagati (in diminuzione rispetto al 18,9% del 2014);
- Per poco più di 564 mila, inizia l’azione penale (-8,8% rispetto al 2014). Di questi indagati, il 24% è nato all’estero, il 3,4% è minorenne;
- L’azione penale, in gran parte dei casi, inizia attraverso la citazione diretta a giudizio;
- Il decreto penale di condanna è stato utilizzato soprattutto per i furti (19,2% dei casi) e per i danneggiamenti (11,7% dei casi);
- Il patteggiamento è stato applicato, principalmente, nei casi di corruzione (8,1%) e di omicidio colposo (7,9%);
- I delitti compiuti da minorenni calano per archiviazione di -1,9% rispetto al 2014;
- I reati commessi più di frequente da minorenni sono furti, delitti legati a stupefacenti ed a lesioni personali volontarie;
- Si verifica un elevato numero di imputazioni (con inizio dell’azione penale) per i delitti di furto ad opera di minori (quasi 6 su 10) e per rapina (quasi 8 su 10). La rapina, per le sue caratteristiche di violenza ed attacco al patrimonio, è considerata in maniera molto più severa.
Annuario Statistico ISTAT Sicurezza 2017: dati sulle condanne
Premesso che, tra i condannati, il numero di uomini è sempre nettamente superiore a quello delle donne indipendentemente dal reato commesso (84,2% nel 2016), eccovi i dati più degni di nota riferiti al 2016:
- Diminuisce del 7,2% rispetto al 2015 il numero di condannati per reato (291.751 contro 314.550);
- La percentuale di uomini va oltre il 90% per reati di omicidio volontario e violazione delle leggi riferite a produzione e vendita di droghe (rispettivamente 96 e 93,1%);
- Nel 95,3% di casi di condanne per reati in materia di armi, esplosivi e munizioni si tratta di uomini;
- Nei casi di rapina, furto, produzione e commercio di stupefacenti, si tratta mediamente di giovani (oltre il 25% con età inferiore a 25 anni, il 36% in caso di rapine);
- L’età media dei condannati è di oltre i 44 anni (il 40% per omicidio colposo, il 33% per lesioni personali, 20% per omicidio volontario);
- Le pene detentive riguardano soprattutto l’omicidio volontario, cui seguono le lesioni personali e le rapine. Nel 49% dei casi di rapina, il reo è stato condannato ad una pena inferiore a 2 anni, mentre il 50% ad una condanna pari o superiore a 2 anni;
- Il 50% di condannati per omicidio volontario, rapina, produzione e/o vendita di droghe ha precedenti penali;
- A fine 2016, i detenuti presenti nelle strutture penitenziarie per adulti sono 54.653 (+4,8% rispetto al 2015);
- I fruitori della detenzione domiciliare risultano 20.522 a fine 2016 (31,1% stranieri, 6,7% donne);
- I delitti più frequenti commessi dai detenuti sono quelli contro il patrimonio (56,5%), contro la persona (40%), delitti in materia di stupefacenti (34,2%), di armi ed esplosivi (18,2%).
La percezione del rischio di criminalità in Italia
Rispetto al 2014 (30%), nel 2016 sale la percezione del rischio criminalità delle famiglie italiane nella zona in cui abitano raggiungendo il 38,9%. Circa il 39% delle famiglie italiane dichiara che il problema e la percezione dei rischi è molto o abbastanza presente.
Scopriamo quali sono le regioni più sensibili, in questo senso:
- Lazio 50%;
- Veneto 45,7%;
- Emilia Romagna 45,5%;
- Lombardia 44,3%;
- Campania 43,5%.
Ecco dove, invece, la percezione del rischio è agli ultimi posti:
- Valle d’Aosta 17,6%;
- Molise 17%;
- Basilicata 16,4%;
- Sardegna 15,6%.
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