Furto in azienda ripreso con telecamere: la prova video basta per licenziare?

Se lo chiedono tanto i datori di lavoro quanto i dipendenti: in caso di furto in azienda, la prova offerta dalle telecamere di videosorveglianza basta ad ‘incastrare’ chi commette il reato? Se chi ruba è un dipendente, può essere licenziato per giusta causa semplicemente portando in tribunale la prova video? E, soprattutto, si può fare? E’ una mossa legittima o bisogna vedersela con i cavilli previsti dalla tutela della privacy?

E’ un tema molto delicato che è stato affrontato a gennaio di quest’anno dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo in un caso che ha coinvolto la Spagna.

Le domande a cui rispondere, in effetti, sono due:

–       Le immagini registrate da telecamere nascoste nel luogo di lavoro (non concordate con i sindacati) hanno valore di prova e sono utilizzabili in tribunale?

–       Le telecamere nascoste sono legittime per legge, nel caso in cui un dipendente sia stato colto in flagrante reato di furto?

Sappiamo bene che, in Italia, lo Statuto dei lavoratori prevede divieti e limiti ben precisi alla videosorveglianza sui luoghi di lavoro per questione di tutela della privacy, ma cerchiamo di rispondere ai due quesiti per capire cosa si può e non si può fare.

 

Furto in azienda: telecamere nascoste VS tutela della privacy dei dipendenti

Nel caso in cui un’azienda decida di installare telecamere per impedire che qualcuno si appropri indebitamente di merce ed attrezzature e comunica alla direzione del lavoro di aver installato il sistema segnalando gli apparecchi, le registrazioni delle telecamere sono regolamentari, legittime.

Se, oltre al sistema di videosorveglianza ‘visibile’, si installano telecamere nascoste (di cui il dipendente ignora l’esistenza) per cogliere in flagrante lo stesso nel caso volesse commettere un furto, la situazione si fa più complicata.

La regola è questa: se, generalmente, l’utilizzo di telecamere sul luogo di lavoro è vietato, nel caso in cui l’azienda debba tutelare i suoi beni (ad esempio, il denaro in cassa), prevenire furti o altri reati che possono danneggiare l’azienda, l’installazione delle telecamere deve essere concordata con i sindacati e comunicata ai dipendenti nel pieno rispetto della loro privacy. Deve essere comunicata ai dipendenti la presenza delle telecamere anche se queste vengono installate allo scopo di accertare l’identità di lavoratori sospettati di furto.

 

Furto in azienda: la risposta della Corte Europea dei diritti dell’Uomo

Il 9 gennaio 2018, la Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha voluto affrontare proprio questa questione (telecamere nascoste VS tutela della privacy dei dipendenti sospettati di furto) ed ha voluto dare una risposta. Che valore di prova può avere la registrazione di una telecamera nascosta in caso di furto in azienda da parte di un dipendente? Queste registrazioni possono essere usate come prova per licenziare i dipendenti, soprattutto per contrastare un’eventuale opposizione al licenziamento?

La Corte di Strasburgo risponde: “le riprese raccolte tramite telecamere nascoste possono essere usate in un processo riguardante il licenziamento, se queste non rappresentano l’unica prova a carico del dipendente”.

Seppure la telecamera nascosta sia ritenuta non regolamentare, le relative registrazioni che mostrano il dipendente colto in flagranza di furto possono essere utilizzate in tribunale soltanto se esistono ulteriori indizi e dimostrazioni di colpevolezza contro il lavoratore accusato di furto o altri reati. Questo perché, senza voler contrastare la Carta dei diritti dell’Uomo, la Corte di Strasburgo stabilisce che, per accertare un’eventuale violazione dell’equo processo riguardante il licenziamento, è necessario verificare tutte le circostanze del caso, incluse le prove video di telecamere nascoste se tali prove possono rivelarsi determinanti. Se i filmati non possono costituire la sola prova determinante per la decisione dei giudici interni, andranno ad aggiungersi a prove testimoniali ed altri elementi.

In breve: il licenziamento del dipendente colto in flagrante da una telecamera nascosta sul posto di lavoro si può considerare legittimo (anche se l’installazione della telecamera non è stata concordata con i sindacati e la direzione del lavoro né comunicata al dipendente) a patto che esistano ulteriori prove a suo danno come, ad esempio, la testimonianza di un collega o di un cliente.

 

Corte di Cassazione: licenziamento legittimo del lavoratore ripreso da telecamera

Con tutto il rispetto per la privacy dei dipendenti, non si può mettere in pericolo la produzione ed i beni dell’azienda ed evitare di punire eventuali furti. Se un dipendente viene ripreso da una telecamera mentre commette il furto in azienda, il filmato può essere usato contro di lui, rappresenta una valida prova del reato. Ne consegue la sanzione più che legittima del licenziamento. L’ha stabilito, con sentenza n. 10636/17 del 02.05.2017, la Corte di Cassazione.

E’ lecito per un’azienda adottare ‘sistemi difensivi’ senza dover chiedere in anticipo l’autorizzazione ai sindacati o accordarsi con i dipendenti: può farlo in autonomia perché una telecamera volta ad evitare il rischio di furto, incidenti o altri pericoli per l’azienda non può essere considerata invasiva o lesiva della dignità e dei diritti dei lavoratori. Il datore di lavoro è anche libero di usare fotogrammi scattati dai sistemi a circuito chiuso come prova da portare in tribunale contro il dipendente sorpreso a rubare, che di conseguenza può essere licenziato per giusta causa (in tronco, senza preavviso).

Resta l’obbligo di segnalare la presenza di telecamere (attraverso cartelli ben visibili), ma c’è un ‘ma’.

La Cassazione si è dichiarata anche favorevole ad una “tendenziale ammissibilità dei controlli difensivi ‘occulti’ in quanto diretti all’accertamento di comportamenti illeciti, ferma restando la necessaria esplicazione di attività di accertamento tramite modalità non eccessivamente invasive e rispettose delle garanzie di libertà e dignità dei dipendenti”. In due parole, le telecamere ‘occulte’ (ignorate, quindi, dal lavoratore) se non troppo invasive, rappresentano leciti ‘sistemi difensivi’ volti a tutelare il patrimonio aziendale.

 

A proposito di controlli occulti

Nel 2014, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25674/14 ha stabilito che sono legittimi i controlli occulti affidati ai detective se riguardano condotte del dipendente che coinvolgono il patrimonio della società (e non l’inadempimento della prestazione lavorativa). Anche in questo caso, la posizione della Cassazione non cambia: privacy e garanzie lavoristiche vengono meno quando è in gioco la sicurezza dell’azienda, l’integrità del suo patrimonio. E’ incontestabile il licenziamento in tronco (senza preavviso) del dipendente sorpreso a rubare sul posto di lavoro. Le prove del reato possono essere fornite in qualsiasi modo, anche da un investigatore privato ingaggiato dal datore di lavoro che sospetta del dipendente (soprattutto se si tratta di cassiera o magazziniere). Visto che siamo in tema di ‘occulto’, ricorrere allo ‘spionaggio’ in carne ed ossa o ad una telecamera occulta cambia qualcosa? Pensiamo di no.

Riportiamo un’altra sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2890 – 22 gennaio 2015 che ha ritenuto possibile usare una telecamera nascosta sul luogo di lavoro come prova di furto in azienda commesso dai dipendenti. Il datore di lavoro, a questo scopo, può incaricare un investigatore privato di installare una telecamera nascosta sul posto di lavoro per scoprire eventuali reati (sottrazione di merce, furto di denaro dalla cassa). In questo caso specifico, l’uso della telecamera nascosta è assolutamente legittimo perché non ha finalità di controllare l’efficienza o prestazione lavorativa (vietata dallo Statuto dei lavoratori) ma di difendere il patrimonio aziendale “attraverso la documentazione di attività potenzialmente criminose”.

Le videoriprese possono, quindi, provare il reato del dipendente colto in flagrante mentre ruba denaro dalla cassa o merce dal magazzino per ottenere in tribunale il licenziamento per giusta causa del dipendente.

Per fissare un appuntamento contattami 800 96 70 78

Grazie, a presto.

Francesco Ciano

Francesco Ciamo CEO di Più Sicurezza

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1 Commento.

  • Sono stato acvusato di furto in una azienda dove lavoro,il mio datore di lavoro vuole che io do le mie dimissioni e non vogliono licenziarmi loro,io non o diritto a nessuna idennizzo