Telecamere nelle scuole: un capriccio o un’urgenza?
La legge che prevede l’installazione di telecamere nelle scuole e negli asili nido per prevenire abusi, pronta da tempo, è stata bloccata in Senato prima di essere approvata. Questo perché in commissione è stato dato parere negativo.
Giustificazione: “la videosorveglianza, qualora sia necessaria, può essere disposta per iniziativa della magistratura, senza appositi provvedimenti legislativi che sarebbero inopportuni perché testimonierebbero il fallimento della scuola che non sarebbe in grado di prevenire e controllare comportamenti inadeguati”.
La cronaca, i fatti avvenuti negli ultimi anni hanno ampiamente dimostrato il fallimento di cui sopra. La giustificazione del parere negativo in Senato fa riflettere e discutere. Ci aspettiamo che il nuovo Parlamento ponga in cima alle priorità questa legge a tutela dei bambini.
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Telecamere nelle scuole: bloccato in Senato il DDL per prevenire abusi
La VII Commissione del Senato boccia, dunque, il disegno di legge n. 2574 approvato dalla Camera il 19 ottobre 2016 in un testo unificato, contenente “tutte le misure atte ad impedire l’insorgere di comportamenti lesivi, abusi e maltrattamenti sia fisici sia psicologici, nei confronti di bambini che frequentano asili nido e scuole dell’infanzia, tramite l’uso di telecamere installate all’interno delle scuole, aule comprese”.
Il Ddl è bocciato dalla Commissione Istruzione e Beni Culturali del Senato con parere contrario, quindi, per legge niente telecamere nelle scuole.
La realtà riportata dalla cronaca continua a ricordarci, nonostante la bocciatura della legge da parte del Senato, di quei bambini anche molto piccoli che hanno subito dalle loro ‘maestre’ schiaffi, pugni, maltrattamenti, molestie, violenze fisiche e psicologiche, punizioni umilianti. Alcuni sono stati sbattuti contro il muro, altri rinchiusi in uno stanzino da soli al buio, presi per il collo e lanciati contro il muro o costretti a starsene sdraiati per ore sul pavimento nonostante le lacrime oppure tenuti in braccio e, poi, lasciati cadere a terra.
Subiscono traumi, alcuni non hanno la forza di raccontare tutto in casa (le maestre li avvisano di non dire niente a mamma) ma altri ci riescono. Alcune maestre riprese con le telecamere delle forze dell’ordine minacciavano i bambini, li maltrattavano e picchiavano ripetutamente mettendo in atto una violenza tanto psicologica quanto fisica.
Il corteo dei genitori a Fiumicino per chiedere l’installazione
Il 28 febbraio scorso, alle 9,30, è partito da Villa Guglielmi, a Fiumicino (Roma) il corteo di genitori organizzato dal Comitato Fronte Scuola e dal Comitato tutela dei più deboli. Un centinaio di manifestanti che, con i loro striscioni e lo slogan “Telecamere nelle scuole subito”, hanno manifestato per chiedere all’amministrazione comunale di Fiumicino l’installazione delle telecamere nelle scuole a tutela di bambini e ragazzi. L’obiettivo è chiaro: dire NO alla violenza e tutelare i bambini dagli abusi, oltre alle maestre oneste che a volte vengono ingiustamente additate.
La richiesta all’amministrazione, in realtà, era stata fatta un anno prima e, dopo l’episodio della maestra Giovanna accusata di aver maltrattato bambini nell’asilo Lo Scarabocchio, si era trasformata in urgenza.
Il membro del Comitato Fronte Scuola Pamela Amato ha dichiarato: “Ci siamo uniti ed abbiamo deciso di contattare le tre mamme apparse alle Iene, vittime di quanto accaduto” per esprimere solidarietà a queste famiglie e, allo stesso tempo, dissenso per l’amministrazione ed il dirigente comunale che hanno tutelato più la maestra che i bambini vittime di violenza.
Pamela Amato ha aggiunto: “La maestra non doveva più lavorare nel nostro Comune ed il sindaco doveva aiutare i bambini con percorsi psicologici di ripresa dalla brutta esperienza”. Invece, quei bambini e quelle famiglie sono stati dimenticati.
Il corteo è terminato davanti alla sede del Comune costiero ed i manifestanti sono stati ascoltati dal sindaco di Fiumicino che ha risposto: “Un ente pubblico non può installare telecamere negli edifici comunali secondo quanto prescrivono le vigenti leggi, ma possiamo instaurare una sorta di collaborazione con i genitori per tutelare la popolazione scolastica del nostro Comune”.
Se è vero che, per legge, “un ente pubblico non può installare telecamere negli edifici comunali”, è anche vero che la proposta di installare videocamere nelle scuole e negli asili nido è stata avanzata da tempo. Esiste una proposta di legge che, però, il governo fino a ieri guidato da una maggioranza PD non ha mai approvato.
Ciò che è accaduto a Fiumicino è soltanto uno dei più recenti ‘fattacci’ di maltrattamenti e violenza ai danni di bambini molto piccoli, quello di Pordenone è l’ultimo di una lunga serie di inaccettabili abusi.
Installare telecamere nelle scuole e negli asili nido è l’unica soluzione possibile per tutelare bambini e ragazzi come pure anziani e disabili maltrattati da infermiere.
Iniziativa a Venezia: impianto di videosorveglianza in 16 asili nido
Mentre il Senato boccia, Venezia approva. Il 14 marzo si è appresa la notizia del comune di Venezia: sono state approvate 4 delibere sulle manutenzioni delle strutture cittadine (edilizia scolastica, sportiva, abitativa in centro storico, isole e terraferma) che prevedono anche l’installazione di un impianto di videosorveglianza in 16 asili nido, occhi elettronici per garantire la sicurezza dei bambini e combattere eventuali atti di vandalismo. Il budget per gli interventi in tutta la città ammonta a 3,5 milioni di euro.
La ricerca shock dell’Osservatorio Adolescenza: il parere della psicoterapeuta Maura Manca
Il 6 marzo, è stata pubblicata la ricerca shock condotta dall’Osservatorio Adolescenza: il 20% di alcune migliaia di adolescenti intervistati ha riferito di aver subito maltrattamenti negli asili o nelle scuole.
Un dato allarmante considerando che, come ha dichiarato la presidente dell’Osservatorio Maura Manca, certe violenze subite lasciano segni indelebili sui bambini nella loro psiche, a livello emotivo e nello sviluppo (a breve e lungo termine).
Maura Manca, psicoterapeuta, ha spiegato quanto sia essenziale “ascoltare i segnali” spesso difficili da interpretare per i genitori se si tratta di bimbi piccoli. Improvvisi problemi nel mangiare e nel dormire sono segnali forti, cambiamenti strani che devono spingere i genitori ad intervenire subito a costo di rivolgersi alle forze dell’ordine. Maltrattamenti ripetuti possono peggiorare il trauma, quindi prima si interviene meglio è.
La necessità di installare le telecamere nelle scuole e negli asili dimostra che la comunità educante ha completamente fallito nella propria funzione (specie in merito alla selezione degli insegnanti) ma ciò che conta, la cosa più urgente da fare, è proteggere bambini e ragazzi. Dalla ricerca è emerso che i maltrattamenti vengono perpetrati dalle scuole d’infanzia fino alle medie di ogni grado.
Dal maltrattamento dei bambini all’abuso delle adolescenti: il caso del liceo Massimo di Roma
Il grave episodio di violenza avvenuto al liceo Massimo di Roma, che ha visto un professore abusare di una studentessa 15enne, ha spinto il direttore della scuola a proporre l’installazione di telecamere all’interno di aule e classi dove si svolgono i corsi di ripetizione.
L’esigenza di estendere la videosorveglianza alle scuole medie superiori, oltre ad asili nido e strutture socio assistenziali, è fortemente ‘sentita’ da molti, cittadini e politici, non soltanto per il rischio di abusi ma per un altro fenomeno sempre più diffuso, il bullismo, per il quale non si punta di certo il dito su maestre e professori ma sugli stessi studenti.
A volte, i bambini sono spinti a tacere riguardo a certi maltrattamenti subiti per paura di non essere creduti o perché minacciati dalle maestre. Questa paura può provarla anche un’adolescente che subisce violenza.
Con il Ddl bloccato in Senato, la rabbia dei genitori può trovare sfogo sui social mentre a livello politico tutto – inclusa un’adeguata formazione e supporto psicologico agli insegnanti – resta fermo, a dispetto della ‘buona scuola’. Chi educa gli educatori ad educare? Esiste una supervisione degli insegnanti?
L’unico strumento che genitori e bambini possono sfruttare, in caso di maltrattamenti e violenza, è il Telefono Azzurro, attivo da 30 anni che assieme all’ Ordine degli Avvocati di Milano offre anche un servizio gratuito di orientamento legale.
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