FURTI NELLE CHIESE

COME RENDERE LA VITA DIFFICILE AI LADRI

Aumentano i furti nelle chiese, dalle razzie di offerte alla sottrazione di opere di grande valore artistico che fanno parte dei beni culturali ecclesiastici. Chiese sempre più prese di mira peggio dei musei.

In Italia, sono prese d’assalto dai ladri secondo diversi obiettivi e modalità: cassettine delle offerte sgraffignate, oggetti in rame e di pregio sottratti anche durante le messe, quadri di grande valore rubati da professionisti (o pseudo tali).

In Italia, circa il 70% del patrimonio culturale è di carattere religioso e, in base agli ultimi dati del 2015, il 40% delle opere trafugate proviene dalle chiese.

Come tutelare dal rischio furti questo patrimonio custodito all’interno di luoghi sacri?

Come rendere la vita difficile ai predatori di chiese?

Abbiamo scritto ‘pseudo professionisti’. Certo è che i ladri ‘gabbati’ di recente dai Carabinieri di Castelnuovo Magra (La Spezia) non si possono definire professionisti esperti d’arte.

FURTI NELLE CHIESE: LA TRAPPOLA TESA AI LADRI DAI CARABINIERI DI CASTELNUOVO MAGRA

Più di una persona aveva notato che, negli ultimi tempi, il capolavoro di Bruegel in quella parrocchia aveva qualcosa di strano, di ‘diverso’. Riusciva a notarlo anche chi non è un grande esperto di arte ma i ladri, fuggendo dalla chiesa di Santa Maria Maddalena con il ‘malloppo’, non ci hanno fatto caso.

Il quadro “La Crocifissione” realizzato da Pieter Bruegel Il Giovane a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo è stato rubato davvero come la banda bassotti credeva o sperava? No. Si sono portati via una copia, un falso che da qualche settimana sostituiva l’originale (messo al sicuro). Motivo? I Carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio sapevano che qualcuno stava preparando il colpaccio. Il quadro fiammingo ha un valore stimato di 3 milioni di euro ed è salvo.

I ladri hanno scardinato la teca a protezione del quadro con una mazza, poi sono scappati a bordo di un’auto (una Peugeot bianca). Un colpo durato pochi minuti. Il parroco racconta che, in quel momento, si sentiva molto stanco; si era addormentato e non aveva sentito l’allarme. “Quando mi sono svegliato, c’erano già i carabinieri in chiesa”.

Una vicenda a lieto fine a differenza del dipinto “Sacro Cuore” di Pompeo Batoni rubato nella Chiesa Nuova a Roma pochi mesi fa. Un furto su commissione, uno dei più importanti furti di opere d’arte compiuto a Roma negli ultimi anni. Le telecamere interne della chiesa hanno ripreso un uomo che, subito dopo la messa del mattino, si è avvicinato al dipinto e l’ha rimosso dalla cornice in pochi istanti.

Per una volta, a Castelnuovo Magra è andata bene. “La Crocifissione” è salva ma capolavori del genere (al pari di oggetti in oro, sculture, corone, monili, ex voto, strumenti di funzione liturgica, ecc.) dovrebbero essere protetti da sistemi antifurto e antintrusione di ultima generazione.

FURTI NELLE CHIESE: L’ACCORDO TRA CARABINIERI E CEI

Spesso, le chiese non dispongono di videocamere di sorveglianza o antifurti. Talvolta, perfino le serrature sono vecchie e arrugginite, facili da forzare. Magari, custodiscono piccoli tesori d’arte chiusi negli armadi delle sacrestie. Sono facili prede di ladri che entrano ed escono confusi nella folla di fedeli per dare un’occhiata in giro e pianificare un furto.

Un esempio: la banda dei nove arrestata dai carabinieri di Maglie per associazione a delinquere dedita ai furti nelle chiese come pure in appartamenti e bar. Le indagini avviate nel 2015 si sono concluse a marzo 2018 con l’arresto di nove casaranesi. Furti per almeno 250 mila euro. Poca la refurtiva recuperata e, oltretutto, all’epoca del furto le chiese non avevano neanche un inventario degli oggetti custoditi.

Le Forze dell’Ordine hanno raccomandato a parroci e cittadini di catalogare e fotografare tutti gli oggetti di valore con tanto di descrizioni scritte. Il metallo si può fondere, ma pietre preziose estratte da anelli e collane si possono incastonare in altri oggetti. Di conseguenza, una catalogazione risulta essere molto utile (se non determinante) nel corso delle indagini per furto.

Il 19 luglio 2002, è stato concluso un accordo tra l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della CEI (Beweb) ed il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio artistico. Grazie a questo accordo, è stato attivato il collegamento diretto tra la banca dati della CEI ed il nucleo speciale dei Carabinieri addetto a questo delicato settore. I dati a disposizione dell’Arma servono a sventare eventuali furti nelle chiese ed a vegliare sulla sicurezza dei tesori d’arte sacra italiani. Ogni volta che il Comando recupera refurtiva religiosa (paramenti, ostensori, calici, ecc.), può confrontarla con le foto presenti nella banca dati risalendo alla chiesa a cui l’oggetto schedato è stato sottratto. La restituzione potrà essere, quindi, immediata.

 

LINEE GUIDA DEL COMANDO CARABINIERI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE

Le linee guida realizzate dal Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i beni culturali ed ecclesiastici della CEI prevedono, oltre al buon senso ed alla vigilanza nelle chiese da parte di persone di fiducia o fedeli, le seguenti misure di sicurezza:

  • impianti di allarme, sistemi di sicurezza antintrusione e di sorveglianza con rilevatori e sensori;
  • tutela di opere pregevoli attraverso la sostituzione con delle copie (da spostare nel Museo Diocesano) o l’utilizzo di ganci e staffe per ancorare i quadri alle pareti. Per una maggior tutela, si possono utilizzare anche barre a tecnologia infrarossa e vetri di sicurezza;
  • porte rinforzate o blindate, serrature antiscasso con chiave a duplicazione controllata, viti di sicurezza;
  • porte e finestre perfettamente chiudibili e con infissi ben saldi;
  • periodiche ispezioni dei punti di bloccaggio sul pavimento o sul muro di porte e finestre;
  • chiavi da custodire in luogo sicuro;
  • sostituzione periodica dei codici di sicurezza;
  • cura della manutenzione ordinaria degli impianti;

Sirena d’allarme (dotata di lampeggiante) e telecamere devono essere poste in posizione abbastanza alta e in modo da non poter essere disattivate.

 

CODICE DEI BENI CULTURALI E CODICE PENALE A CONFRONTO

Nell’affrontare il fenomeno del furto opere d’arte in Italia, abbiamo parlato di musei ma anche di chiese, di opere come la mandibola di Sant’Antonio rubata da Felice Maniero allo scopo di ricattare lo Stato e spingerlo a liberare il cugino.

Pensando alla sottrazione non solo di opere d’arte di poco valore ma anche di ‘strumenti’ del rito religioso (ostie incluse), qualcuno ha sospettato lo zampino di sette sataniche, ma non discostiamoci troppo dall’obiettivo numero uno dei ladri d’arte: trasformare in denaro un’opera di valore.

Certe opere fanno parte del patrimonio culturale da tutelare assolutamente. Come per i musei, ricordiamo che anche per le chiese il principale strumento normativo sul furto di opere d’arte è il Codice dei beni culturali che, purtroppo, non è efficace come il Codice penale. Il punto è che, per il furto di opere d’arte dal valore universalmente riconosciuto, il Codice penale non prevede una disciplina a sé stante, specifica se non l’aggravante del furto commesso su cose esposte al pubblico per necessità, consuetudine o destinazione (art. 625 n.7).

E’ in fase di approvazione un ddl per il reato di furto opere d’arte e tutela dei beni culturali (già approvato alla Camera ma non ancora calendarizzato al Senato): introdurrà nuovi articoli nel codice penale (con nuove fattispecie delittuose). Resta sottinteso che i relativi reati (furto, appropriazione indebita, ricettazione, riciclaggio, contraffazione) sono già previsti nel codice penale: ciò che cambia è l’oggetto (il bene culturale, l’opera d’arte).

Ad oggi, i reati contro i beni culturali ed il furto opere d’arte non sono in vigore: manca l’approvazione definitiva del Parlamento.

 

FURTI NELLE CHIESE: I SISTEMI DI SICUREZZA PER SVENTARLI

 Come rendere la vita difficile ai ladri d’arte, in un certo senso, l’hanno già dimostrato di recente i Carabinieri di Castelnuovo Magra (La Spezia) sventando ‘con destrezza’ il furto dell’opera di Pieter Bruegel Il Giovane “La Crocifissione” del valore di 3 milioni di euro.

Raramente, però, le chiese hanno l’opportunità di sostituire un capolavoro dell’arte religiosa con una copia.

I sistemi per proteggere le chiese da eventuali ‘predatori dell’arte perduta’ sono altri, gli stessi raccomandati all’interno di musei ed istituzioni culturali.

Per prevenire furti o rapine all’interno di una chiesa, quali misure di sicurezza è importante adottare?

Ne contiamo almeno sei. Eccole, di seguito.

Impianti di videosorveglianza che permettono una rapida ed accurata analisi della situazione, in caso di emergenza. Oltretutto, offrono agli inquirenti materiale prezioso su cui indagare in caso di furto. I sistemi di videosorveglianza devono essere collegati con le Forze dell’Ordine (è possibile farlo gratis), con la centrale di vigilanza privata e con l’abitazione di un eventuale addetto alla sorveglianza.

Illuminazione notturna nelle ore di chiusura.

Personale addestrato che sappia individuare ladri o vandali all’interno della chiesa.

Un buon sistema di sicurezza perimetrale dell’edificio che preveda l’uso di inferriate, porte sicure e robuste, cancelli, recinzioni.

Antifurto con sensori in grado di rilevare il minimo spostamento di teche e tele.

Sistema antintrusione, antifurto e antirapina di ultima generazione capace di segnalare tempestivamente tentativi di effrazione attraverso gli accessi sia nelle ore di chiusura sia nelle ore di apertura. Il sistema attivo più efficace resta, anche in questo caso, il Nebbiogeno che, nei primissimi secondi dall’effrazione, fa scattare l’allarme avvolgendo i locali da una fitta coltre di nebbia che impedisce al ladro di vedere, lo disorienta e lo mette in fuga.

E’ importante redigere un inventario completo e fotodocumentato di tutti gli oggetti religiosi e delle opere d’arte che si trovano all’interno della chiesa e conservarlo in luogo sicuro. In tal modo, nel caso in cui si dovesse verificare un furto, la refurtiva può essere individuata e riconosciuta più facilmente e restituita rapidamente in caso di ritrovamento.

Francesco Ciano