DRONI ANTIFURTO PER LA SICUREZZA PRIVATA:

PROGETTI E PROSPETTIVE IN ITALIA

L’attuale sfida tra diritto alla privacy, sicurezza pubblica e vantaggi della tecnologia dei droni antifurto per la sicurezza privata è aperta. Tra limiti normativi e grandi opportunità tech, abbiamo, da una parte, autorità che non comprendono pienamente l’innovazione tecnologica e, dall’altra, ragazzi pieni di idee ed entusiasmo che creano nuovi progetti e start up.

Finora, sospeso tra sogno e realtà, c’è chi ha già impiegato droni nel campo della sicurezza come Raffaele Zanè in grado di far volare droni con telecamere termiche nel laboratorio farmaceutico di una ASL, impegnato a testare prototipi robotici. Tante idee, ipotesi, progetti che poi devono vedersela con l’attuale normativa in merito. Riguardo alla sicurezza privata, è stata pensata la figura della guardia giurata pilota di drone da aggiungersi a quella tradizionale che trasporta valori, sorveglia banche, aeroporti, tribunali, ecc.

L’utilizzo di droni può essere illimitato in ogni campo. Nel settore della sicurezza privata, le aziende del settore devono fare i conti con diverse questioni giuridiche aperte: riservatezza personale, polizze assicurative (al momento, inesistenti) per coprire eventuali pericoli, profili di diritto penale. L’art. 615 bis c.p. (interferenze illecite nella vita privata) è chiaro se si parla di investigazioni private ma con il cittadino intenzionato a difendersi dai furti come la mettiamo? In merito alla sicurezza privata, si può trovare un punto d’intesa tra risorse tecnologiche e questioni giuridiche?

 

DRONI ANTIFURTO PER LA SICUREZZA PRIVATA: AEROMODELLI O SAPR?

Il settore giuridico non meno di quello della sicurezza si interrogano ancora su questo aspetto e, nel frattempo, la ricerca tecnologica va avanti in ogni settore.

Riguardo alla vigilanza, il problema resta quello di sempre: l’etica. Il drone, questo strumento aereo rivoluzionario, non deve violare la sfera privata, i diritti inviolabili della persona, la protezione dei dati personali, la sicurezza collettiva.

Per poterlo utilizzare, è necessario un approccio alla materia di tipo etico, culturale e normativo. E’ essenziale mettere d’accordo safety (sicurezza del volo), security (utilizzo per contrastare azioni criminali) e privacy (impatto sul trattamento e conservazione dei dati personali raccolti).

Come viene applicata attualmente nella sicurezza privata (vigilanza e tutela dei beni) la tecnologia dinamica che utilizza i SAPR (sistemi di aeromobili a pilotaggio remoto) detti anche droni?

Attualmente, esistono sul mercato vari sistemi utilizzati nel campo della sicurezza privata, principalmente da istituti di vigilanza privata. Si tratta di complessi di ripresa e verifica da remoto che rappresentano sistemi aerei telecomandati abbastanza performanti. Sono di piccole dimensioni e, perciò, assimilati agli aeromodelli sotto il profilo giuridico.

Quali strumenti sono più efficaci per la sicurezza domestica: aeromodelli o SAPR?

 

IN ATTESA DEL NUOVO REGOLAMENTO EUROPEO SUI DRONI

Questa estate (probabilmente, nel mese di giugno) verrà pubblicato il nuovo Regolamento europeo sui droni (aeromodelli inclusi). Un regolamento destinato a cambiare la realtà dei Centri di addestramento anche in Italia: pare che la distinzione tra volo ricreativo e professionale sparirà. Verrà un po’ a mancare la figura del pilota su cui si basa il regolamento ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), come pure gli attestati di pilotaggio (gran parte degli esami e formazione potranno essere svolti online).

Non esisteranno più gli abusivi in quanto tutti i droni di peso superiore ai 250 gr dovranno essere registrati per cui le autorità e le Forze dell’Ordine avranno ben chiara la situazione dei droni in una specifica area.

In molti casi, si potranno portare a casa video o foto aeree senza infrangere alcuna regola. La soglia dei 250 grammi potrebbe essere rivista se le condizioni tecnologiche dovessero cambiare nel prossimo futuro. L’adeguamento al nuovo Regolamento europeo dovrebbe, probabilmente, avvenire nel 2021/2022. Non ci resta che attendere giugno per conoscere i dettagli e sapere se il nuovo regolamento europeo classificherà univocamente sotto la sigla UA (Unmanned Aircraft) sia aeromodelli sia droni.

 

UTILIZZO DEI DRONI: GARANTE DELLA PRIVACY E REGOLE ENAC

Il Garante della Privacy chiarisce le implicazioni tra l’uso di droni e la riservatezza dei cittadini. Alle istruzioni del Garante si sono aggiunte quelle dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile). Riguardo a queste regolamentazioni concentriamoci sui SAPR (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) usati a scopi lavorativi e di sicurezza che necessitano di brevetto escludendo gli APR (aeromobili a pilotaggio remoto) usati a scopo ricreativo e sportivo.

Secondo le regole di sicurezza, chi vuole usare un drone per fini professionali deve presentare una dichiarazione o deve ottenere (in caso di operazioni più complesse) una specifica autorizzazione. Sono necessari anche l’attestato per il pilota, un’assicurazione e, in certi spazi aerei, un nullaosta per l’occupazione dello spazio aereo.

In ogni caso, occorre rispettare la privacy: una violazione della riservatezza (un reato) può comportare una denuncia e un conseguente processo penale. Violare la privacy, nel caso si utilizzi un drone, significa:

  • Invadere spazi privati (cortili, giardini);
  • Violare l’intimità delle persone;
  • Volare in aree popolate (strade pubbliche, parchi, condomini, spiagge);
  • Pubblicare immagini filmate da un drone che ritraggono volti di persone che non hanno fornito il loro consenso;
  • Usare il drone per registrare a distanza una conversazione tra altre persone;
  • Riprendere spazi privati altrui o targhe di auto (che vanno oscurate).

Attenendosi a queste regole, potrebbe essere possibile utilizzare un drone per la tutela di un’area privata in caso di allarme.

 

DRONI PER LA VIDEOSORVEGLIANZA: È REALTÀ PER LA POLIZIA

Non dimentichiamo che i droni sono dotati di funzione FPV (first person view) con capacità di vedere e ascoltare in tempo reale (o a posteriori) immagini e suoni ripresi durante il volo (volti, suoni, targhe auto, ecc) grazie a tecnologie sempre più spinte (microfoni, sensori Full HD, jammers, intercettazioni wireless, ecc.) e fortemente invasive sulla privacy, ad alto impatto sui dati personali. Per questo motivo, esistono ancora forti dubbi sull’utilizzo dei droni da parte degli operatori della security privata che non rivestono la funzione di pubblico ufficiale.

La videosorveglianza tramite droni applicata alle attività di Polizia è già realtà. E’ recente la notizia dell’arrivo di nuovi nuclei di Polizia locale ambientale provvisti di droni nelle città della Lombardia con lo stanziamento di 2.300.000 euro: è previsto anche l’acquisto di droni di ultima generazione per la videosorveglianza al fine di controllare zone spesso inaccessibili alle Forze dell’Ordine.

Quale sarà la mutazione tecnologica nel campo dei sistemi di videosorveglianza privata?

Per rispondere a questa domanda è necessario attendere, probabilmente, la pubblicazione del nuovo regolamento europeo. Per ora, possiamo semplicemente illustrare un paio di idee che sono già realtà.

 

DRONI ANTIFURTO PER LA SICUREZZA PRIVATA: L’IDEA DI SUNFLOWER

Lo scorso anno, la startup americana Sunflower con sede a Zurigo ha lanciato un innovativo sistema di videosorveglianza basato su un drone antifurto per la sicurezza domestica. Si tratta di un quadricottero smart in grado di inviare immagini in diretta sugli smartphone dei proprietari. Viene sincronizzato con una serie di lampioncini intelligenti gestibili tramite App ed è in grado di riconoscere i falsi allarmi (animali, postino) da un’intrusione pericolosa nel perimetro esterno delle abitazioni: se riconosce l’intrusione di troppo si alza in volo.

I lampioncini intelligenti si auto-alimentano grazie a pannelli fotovoltaici, dispongono di sensori di movimento e vibrazione e microfoni per ascoltare ciò che accade nell’ambiente circostante. L’intelligenza artificiale di questo sistema valuta l’intruso dalla pesantezza dei passi ed altri fattori; in caso di pericolo, invia una notifica sullo smartphone. Il proprietario di casa può anche scegliere se far partire o meno il drone antifurto che, da un’altezza di circa 10 metri, effettua riprese in tempo reale da inviare sullo smartphone sincronizzato.

 

DRONEGUARDY: L’IDEA VINCENTE DI DUE FRATELLI TORINESI PER LA SICUREZZA DOMESTICA

Nel mese di agosto 2018, i due fratelli torinesi Simone (27 anni) e Alessia Russo (18 anni) hanno fondato una startup nella Silicon Valley: si chiama DroneGuardy. È un’App che serve per chiamare un drone da videosorveglianza in caso di necessità (furti, effrazioni, terremoti, incendi). Questo drone guardiano è attualmente in fase di sperimentazione per sorvegliare ville e aziende della California in caso di allarme. Ad ottobre dello scorso anno, il progetto ha raccolto 250.000 dollari e creato una rete di 1500 piloti iscritti in meno di un mese. I due giovani fratelli avevano annunciato che presto DroneGuardy sarebbe sbarcato anche in Italia (il lancio è previsto per quest’anno).

Una volta creata una rete capillare di piloti, il drone può alzarsi in volo e raggiungere qualsiasi luogo (anche il più inaccessibile) in meno di 10 minuti per restituire immagini o riprese ad alta risoluzione in tempo reale. L’intervento di un drone è più rapido di qualsiasi guardia di sicurezza privata, ha un efficace effetto deterrente ed offre una visuale aerea completa. I due giovani co-fondatori hanno offerto l’utilizzo gratuito dell’app alle forze di polizia che hanno subito mostrato un grande interesse per questo strumento, utile ad ottimizzare le operazioni prima del loro intervento sul posto.

 

COME FUNZIONA L’APP DRONEGUARDY?

I piloti iscritti al progetto (rigorosamente geolocalizzati) ricevono la notifica di un volo da effettuare nelle loro vicinanze o presso una stazione automatizzata con un drone pronto al decollo.

Una volta accettata la missione, il drone del pilota parte su allarme degli abbonati (in caso di furti o intrusioni nelle proprietà private), si alza in volo e in pochi minuti raggiunge il luogo, iniziando a trasmettere immagini in tempo reale al proprietario e alla centrale operativa.

L’obiettivo di DroneGuardy è potenziare le guardie di sicurezza con gli occhi ‘super-umani’ di un drone allo scopo di garantire un intervento più rapido per la prevenzione dei crimini. Combinando droni guardiani (attivi H24) e intelligenza artificiale si punta a ridurre della metà i tempi di intervento rilevando tempestivamente le minacce.

Francesco Ciano

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