SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA

ATTENZIONE: Se desideri capire come scegliere un sistema di videosorveglianza devi leggere subito questo articolo.

SCOPRI COME ELIMINRE TUTTI I TUOI DUBBI NELLA SCELTA DI UN SISTEMA DI VIDEOSORVEGLIANZA EVITANDO DI SPENDERE SOLDI INUTILMENTE.

Se desideri capire le principali differenze tra un sistema di videosorveglianza professionale e un kit di videosorveglianza “fai da te non potrai stare tranquillo senza aver letto questo report.

Se vuoi capire le principali differenze di un sistema di videosorveglianza e non sai quale scegliere devi leggere ATTENTAMENTE la strategia che sto per darti per ottenere un sistema adeguato alle tue esigenze.

Sono Francesco Ciano, e mi occupo di sicurezza da più di 20 anni, in questo articolo voglio darti alcuni importanti consigli su come scegliere un sistema di videosorveglianza.
Le principali domande che ricevo quando vengo contattato da un cliente per un preventivo per un sistema di video sorveglianza sono le seguenti:

• Come posso mettere al sicuro la mia abitazione, ufficio o azienda impedendo il furto di dati sensibili e di materiali di valore.
• È possibile installare un sistema di videosorveglianza senza internet o senza fili (Wi-Fi)?
• Posso installare facilmente in azienda un kit videosorveglianza “fai da te” acquistato online (Amazon o altri)? Che vantaggi/svantaggi ci sono?
• Come posso scegliere il migliore impianto per la mia abitazione, ufficio o azienda?
• La normativa che cosa prevede? Posso farlo senza problemi?
• Quanto costa un sistema di videosorveglianza? Ci sono prezzi differenti per impianti interni, esterni, alta definizione (HD) e notturni?
La maggior parte dei clienti che hanno subito un atto criminale o temono di poterlo subire non hanno le competenze adeguate per poter scegliere il sistema ideale per le proprie esigenze chiede al Cuggggino esperto tutto fare che dà dei consigli per sentito dire.
Se c’è una cosa che mi hanno insegnato i miei 20 anni di esperienza in sistemi di sicurezza è questa:
Non rivolgersi ad un professionista VUOL DIRE farsi del male e renderci complici dei propri mali.

Prova a pensarci; non ti è mai capitato, o a hai sentito da un tuo conoscente che ha fatto fare un lavoro ad un “amico” o “Cugggino” o “fai da te” o ElettroTutto (termine che io uso per descrivere un elettricista che fa tutto) e NON HA OTTENUTO IL RISULTATO DESIDERATO?
Capisci quanto è importante rivolgersi ad un professionista?
E’ difficile distinguere il professionista ….. ma è fondamentale che tu lo riconosca e DEVI finire di leggere questo articolo.

Pronto a conoscere la strategia per scegliere un sistema di videosorveglianza ed EVITARE di prendere “fregature”?

SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA: ANALOGICA O IP?

Una delle prime cose da decidere è il tipo di tecnologia da adottare per il sistema di videosorveglianza: la scelta è tra un sistema classico di TV a circuito chiuso (TVCC) con trasmissione di segnale video analogico, o la più attuale e versatile videosorveglianza di rete o IP. In un sistema TVCC classico ogni telecamera cattura le immagini e trasmette il segnale video standard a un’unità di registrazione centralizzata, il DVR (Digital Video Recorder), a cui è direttamente collegata. I cavi coassiali delle telecamere convergono quindi in un unico punto, verso il DVR, che digitalizza e comprime le immagini, registrandole sull’hard disk interno. La visione delle immagini è possibile attraverso un monitor collegato al DVR, ma ci sono anche modelli di DVR dotati di una porta di rete, che permette di visualizzare le immagini in remoto attraverso Internet le registrazioni.
Nella videosorveglianza, l’IP è ormai lo standard più diffuso. Le telecamere trasmettono il segnale video in forma digitale direttamente sulla rete locale, utilizzando e condividendo lo stesso sistema di comunicazione dei PC. Tecnicamente una telecamera IP può essere considerata come l’insieme di una videocamera in senso stretto e di un piccolo PC con tanto di CPU, memoria Flash, Web server integrato con interfaccia Ethernet o Wi-Fi. Le telecamere IP sono quindi collegate in rete locale e l’apparato che registra le immagini, l’NVR (Network Video Recorder) può essere posizionato in un qualsiasi punto connesso alla rete. Volendo è possibile utilizzare anche la tecnologia Wi-Fi per connettere le telecamere di videosorveglianza in rete, che così possono essere posizionate ovunque sotto copertura del segnale wireless. Un NVR non è dotato di connettori video e le sue informazioni in entrata e in uscita sono i dati IP che includono video compressi e codificati. Questi ultimi, in genere, sono in formato MPEG-4 o H.264, utilizzati soprattutto grazie alla loro efficienza. Da notare che proprio nell’ultimo periodo incominciano ad essere distribuiti sistemi di videosorveglianza basati sul codec H.265/HEVC, che offre un’ulteriore incremento dell’efficienza rispetto ad H.264; questo, unito ad avanzate tecnologie di trattamento dell’immagine, permette il miglioramento della definizione di oggetti e di aree predefinite. Entrambe le soluzioni, TVCC tradizionale e videosorveglianza IP, possono essere valide , ma la tecnologia IP offre interessanti vantaggi tale da renderla la scelta preferibile.

Videosorveglianza IP, installazione facile e flessibile

Qualità delle immagini – Un sistema di videosorveglianza IP offre generalmente una qualità migliore e una risoluzione maggiore delle immagini rispetto a un sistema TVCC analogico: ciò si traduce in immagini più definite, che consentono di esaminare meglio i particolari delle inquadrature. Tra le videocamere IP, infatti, molte lavorano in digitale con un’elevata risoluzione (Megapixel), anche Full HD; con la tecnologia TVCC invece le telecamere inviano un segnale video analogico standard a risoluzione inferiore al DVR che poi lo converte in digitale e lo elabora e ciò può essere causa di degrado della qualità. Quando si acquista una telecamera di sorveglianza occorre sicuramente prestare attenzione alla sua risoluzione, cercando di spingersi verso il Full HD (Megapixel): esistono anche modelli 4K ma per i fini di una piccola attività commerciale potrebbero essere addirittura eccessivi. A livello tecnico non fa di sicuro male considerare il formato in cui le immagini sono catturate: MJPEG, H.264, MPEG4 e anche H.265/HEVC sono alcuni di questi. Considerando il rapporto tra compressione e qualità dell’immagine, un ottimo risultato è attualmente offerto da H.264. È importante, inoltre, tenere in considerazione i frame per secondo delle riprese (un numero più alto corrisponde ad una maggiore fluidità delle immagini) e l’ottica della telecamera, poiché ad una buona luminosità corrispondono riprese nitide e dettagliate anche in condizioni di scarsa luce ambientale.

Installazione facile e flessibile – Per i collegamenti basta installare una piccola rete locale, cablata o Wi-Fi; inoltre il dispositivo di registrazione NVR può essere disposto con la massima libertà in un qualsiasi punto, anche a una certa distanza, basta che sia connesso alla rete. È consigliabile, inoltre, posizionarlo in un luogo sicuro, lontano dalla portata dei ladri. Con i sistemi TVCC Analogici tutti i cavi devono convergere verso il centro del sistema, dove sarà disposto il DVR che dovrebbe trovare posto in posizione baricentrica rispetto alle diverse videocamere, per minimizzare i cablaggi.

Tecnologia PoE: installazione con un solo cavo

Grazie alla tecnologia PoE (Power over Ethernet) l’installazione delle telecamere IP può essere notevolmente semplificata. Questa tecnologia, infatti, consente di portare la corrente elettrica alle telecamere direttamente tramite cavo Ethernet, sfruttando alcuni conduttori interni al cavo non utilizzati per trasmettere i dati. In questo modo possibile posare un solo e sottile cavo semplificando notevolmente l’installazione, rendendola in determinate situazioni persino conveniente rispetto alla connessione Wi-Fi. Se infatti da un lato la tecnologia wireless permette di evitare di utilizzare i cavi di segnale, è altrettanto vero che le telecamere vanno alimentate e questo, se non è disponibile una presa di corrente vicino ad ogni a telecamera, implica di posare comunque un cavo di alimentazione. Per utilizzare la tecnologia PoE occorre dotarsi di telecamere IP compatibili e di switch di rete PoE, in grado di trasmetter l’alimentazione dalle loro porte. Le videocamere PoE compatibili sono comunque dotate anche di un alimentatore proprio, per consentire di utilizzarle anche in impianti non compatibili con questa tecnologia.

Telecamere: poche ma buone

Per tenere tutto sotto controllo possono bastare anche poche telecamere, posizionate in punti strategici. Delle telecamere sarà posizionato all’interno dei locali, si possono quindi utilizzare prevalentemente telecamere da interno, riservando l’uso di modelli da esterno (in grado di resistere alle intemperie). Ogni telecamera avrà il compito di controllare una zona ben precisa: si possono quindi utilizzare modelli con inquadratura fissa, prive di funzione PTZ (Pan, Tilt e Zoom), dotate dell’adeguato angolo di visione a seconda degli utilizzi; infatti, le videocamere brandeggiabili (quelle PTZ, che possono essere controllate da remoto e orientate a seconda delle esigenze) hanno il limite di non garantire che la posizione più adeguata sia conservata, rischiando così di mandare fuori dal quadro lo scorcio più importante. In alternativa è possibile orientarsi verso camere dotate di ottica Fisheye in grado di effettuare un’inquadratura molto estesa dell’area in cui vengono collocate. Durante le ore notturne, probabilmente i locali non sarà illuminati: è quindi bene prevedere l’utilizzo di telecamere con sistema visione notturna (elevata sensibilità e/o con emettitori a infrarossi), in grado di effettuare riprese anche al buio completo. Infine, è opportuno considerare anche l’aspetto estetico: se possibile meglio adottare telecamere dalle dimensioni compatte e con un aspetto poco invasivo. Ci sono alcuni modelli di videocamera che addirittura non si riconoscono come tali.

Con gli Infrarossi ci vedono anche al buio

Uno delle caratteristiche importanti di un sistema di videosorveglianza è la possibilità di riprendere immagini in condizione di scarsa illuminazioni o al buio. I costruttori dichiarano la sensibilità alla luce o l’illuminazione minima per la quale la telecamera è in grado di catturare un’immagine visibile, espressa in Lux, ci sono modelli con una sensibilità molto elevata, in grado di spingersi anche fino a 1 lux. Per avere un’idea consideriamo che una forte illuminazione naturale (luce del sole) equivale a circa 100.000 lux, mentre una normale illuminazione artificiale di un ufficio genera 500 lux, 100 lux equivalgono ad un ambiente scarsamente illuminato. Quando però si tratta di riprendere immagini in condizioni di oscurità è bene considerare telecamere 0 lux, dotate cioè di illuminatori LED a infrarossi, capaci di una portata anche di diversi metri e sensibilità anche agli infrarossi. Spesso si parla anche di telecamere Night & Day, riferendosi alla capacità di riprendere immagini sia di giorno che di notte. Queste telecamere con illuminazione IR utilizzano un filtro IR che risulta inserito durante il funzionamento diurno: il filtro IR filtra tutte le luci ad infrarossi, invisibile all’occhio umano ma rilevate dalla maggior parte delle telecamere, che altrimenti causerebbero un degrado delle riprese: in questo modo si ottengono immagini diurne nitide a colori. Quando invece la luce man mano diminuisce al di sotto di un certo livello, la telecamera passa automaticamente in modalità notturna: il filtro IR viene disattivato consentendo il passaggio della luce infrarossa, in questo modo la telecamera può catturare immagini in bianco e nero di alta qualità anche in condizioni di totale oscurità, questo ovviamente solo nel raggio di copertura degli illuminatori a infrarossi, quindi di qualche metro.

SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA: TI AVVISANO SE QUALCOSA NON VA

Una delle funzioni più utili di un sistema di videosorveglianza è quella di consentire di monitorare a distanza quello che succede nell’ambiente. Con i sistemi di videosorveglianza IP gli apparati (telecamere e NVR) sono configurabili e gestibili in remoto tramite un comune browser web, possono essere controllati facilmente a distanza tramite Internet ed è possibile ricevere virtualmente ovunque sul proprio smartphone, sul tablet o sul PC le notifiche di allarme, consultare le immagini in diretta con video di alta qualità e accedere all’archivio delle registrazioni. Le videocamere possono anche essere programmate per attivarsi e registrare solo in caso di rilevamento di movimento, grazie ad avanzati algoritmi di elaborazione delle immagini che riconoscono il movimento nell’ambiente sorvegliato, in grado di funzionare anche in assenza di luce. Funzioni analoghe possono essere rese disponibili anche da un sistema TVCC analogico, attraverso però il collegamento al DVR, anche se in modo meno flessibile.

Registrare in rete: il NAS o l’NVR

Un sistema di videosorveglianza IP è molto più versatile di un sistema TVCC analogico anche nei confronti delle soluzioni per la registrazione. Alcuni modelli di telecamere IP sono dotate di scheda Micro-SD, ciò consente ad ogni telecamera di registrare autonomamente il proprio flusso video. Questa soluzione è la più economica in assoluto e può anche essere adatta ad un piccolo esercizio commerciale: limitando la registrazione alla sola presenza di movimento, con una scheda Micro-SD da 16/32GB è possibile registrare immagini per un periodo sufficiente, anche per qualche giorno. Esaurito lo spazio a disposizione, la videocamera generalmente andrà a sovrascrivere e i file più vecchi. Una soluzione più performante e versatile per un sistema di videosorveglianza IP è quella di valutare l’acquisto di un NAS (Network Attached Storage), ovverosia un hard disk di rete: alcuni modelli prevedono software specifici per questa funzione, che permettono non solo la registrazione delle immagini e la loro navigazione, ma anche l’accesso a tutte le videocamere in un ambiente centralizzato direttamente via Web, ovviamente con tutte le precauzioni di sicurezza necessarie. Una soluzione ancora migliore e quella di utilizzare un NVR (Network Video Recorder), concettualmente simile al NAS, ma progettato e realizzato esclusivamente per registrare i flussi video provenienti dalla telecamere IP. NAS e NVR, offrono entrambi una elevata sicurezza dei dati, grazie alla possibilità di ospitare due o più hard disk configurati in modalità Raid. In caso di guasto ad un disco è possibile recuperare comunque i dati dagli altri e procedere alla sostituzione dell’elemento guasto.

Registrazione TVCC, occhio agli ingressi del DVR

Se avete deciso di adottare la tecnologia TVCC tradizionale, per registrare le immagini occorre acquistare un DVR. Si può scegliere un DVR separato e abbinargli le telecamere, oppure acquistare kit compresivi di un certo numero di telecamere. In ogni caso è bene scegliere un modello di DVR con numero di ingressi o canali adeguato, maggiore rispetto al numero di telecamere che si è deciso di installare, perché questo sarà il numero massimo di telecamere che il sistema potrà gestire. Così, se necessario, si potrà in seguito ampliare l’impianto aggiungendo le sole telecamere.

Audio, meglio se bidirezionale

Per quanto riguarda le funzionalità audio, meglio scegliere videocamere bidirezionali che consentono non sono di ascoltare quello che accada nell’area monitorata, ma anche di comunicare attraverso il dispositivo di sorveglianza. Una funzione spesso utile in grandi negozi, per la comunicazione con i vari addetti ai reparti.

SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA: PRIVACY COSA OCCORRE SAPERE PRIMA DI PROCEDERE?

Tre gli aspetti da considerare prima di installare un sistema di videosorveglianza.

Primo aspetto:
La finalità di sicurezza impone l’utilizzo di telecamere che permettono di riprendere e/o registrare immagini con cui è possibile identificare coloro che transitano nell’area videosorvegliata e pertanto occorre osservare gli adempimenti prescritti dalla normativa privacy (D. Lgs. 196/2003 – noto anche come codice privacy – e Provvedimento generale del Garante Privacy in materia di videosorveglianza dell’8 aprile 2010) e precisamente:
• Scegliere le modalità di ripresa delle telecamere e il loro posizionamento, in modo che la ripresa sia limitata alle sole aree di pertinenza ed effettuata per le sole finalità di sicurezza perseguite;
• Indicare che l’area è videosorvegliata attraverso apposito cartello (il cui modello è allegato al citato Provvedimento del 2010) da collocare prima del raggio di azione della telecamera, anche nelle sue immediate vicinanze, e da rendere chiaramente visibile in ogni condizione di illuminazione ambientale, anche quando il sistema di videosorveglianza sia eventualmente attivo in orario notturno;
• Gestire un’informativa completa, contenente tutte gli elementi di cui all’art. 13 del codice privacy, che potrà essere fornita anche oralmente;
• Proteggere i dati raccolti mediante i sistemi di videosorveglianza con idonee e preventive misure di sicurezza, riducendo al minimo i rischi di distruzione, di perdita, anche accidentale, di accesso non autorizzato, di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta, anche in relazione alla trasmissione delle immagini (artt. 31 e ss. del Codice);
• Individuare le persone che possono accedere ai locali dove sono situate le postazioni di controllo, utilizzare gli impianti e visionare le immagini e conferire loro apposita nomina a responsabile o ad incaricato (ai sensi degli artt. 29 e 30 del codice privacy);
• Nei casi in cui sia stato scelto un sistema che preveda la registrazione delle immagini, limitare la loro conservazione a poche ore o, al massimo, alle ventiquattro ore successive alla rilevazione, fatte salve speciali esigenze di ulteriore conservazione in relazione a festività o chiusura di uffici o esercizi, nonché nel caso in cui si deve aderire ad una specifica richiesta investigativa dell’autorità giudiziaria o di polizia giudiziaria; per peculiari esigenze tecniche o per la particolare rischiosità dell’attività svolta dal titolare del trattamento può ritenersi ammesso un tempo più ampio di conservazione dei dati che non può però superare la settimana.
• Sottoporre a verifica preliminare del Garante Privacy l’eventuale decisione di conservare i dati oltre il termine massimo di 7 giorni definito nel Provvedimento del 2010;
• Presentare apposita istanza di verifica preliminare al Garante nel caso in cui si scelgano sistemi di videosorveglianza che possono comportare rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità degli interessati – così, ad esempio, nel caso dei sistemi c.d. intelligenti (che non si limitano a riprendere e registrare le immagini, ma sono in grado di rilevare automaticamente comportamenti o eventi anomali, segnalarli, ed eventualmente registrarli) e dei sistemi di raccolta delle immagini associate a dati biometrici (per cui si rende peraltro necessario effettuare anche la notificazione al Garante, ai sensi dell’art. 37 del codice privacy).
Una precisazione in ordine a tale primo aspetto: in base a quanto previsto dall’art. 5 del codice privacy, la disciplina in materia di privacy non trova applicazione nel caso in cui il trattamento di dati sia effettuato da privati per fini esclusivamente personali, purché i dati non siano diffusi (si pensi a webcam che consentano la trasmissione delle immagini online) o comunicati sistematicamente. Quindi, se un privato utilizza un sistema di videosorveglianza all’interno della propria abitazione e non diffonde o comunica sistematicamente le immagini acquisite, non sarà tenuto ad osservare gli obblighi imposti dalla normativa privacy, ad eccezione del profilo della sicurezza.

Secondo aspetto:
Nel caso in cui, per le citate ragioni di sicurezza, si intendono installare sistemi di videosorveglianza nei luoghi di lavoro e, più precisamente, si voglia procedere all’installazione delle telecamere in aree in cui si rende possibile il passaggio dei lavoratori (parcheggi, accessi, ingressi …), si deve far precedere l’installazione da accordo con le rappresentanze sindacali o, nel caso in cui non siano presenti, presentare apposita istanza alla DTL competente. Solo se si rispettano poi gli obblighi informativi previsti dal comma 3 del “nuovo” art. 4 dello Statuto dei Lavoratori e quanto prescritto dalla normativa privacy, le immagini acquisite per le finalità di sicurezza perseguite, potranno essere utilizzati per “tutti i fini connessi al rapporto di lavoro”.

Terzo aspetto:
Occorre affidare l’attività di installazione del sistema di videosorveglianza ad impresa abilitata, che esegue i lavori sulla base di apposito progetto – che potrà essere redatto dal responsabile tecnico dell’impresa installatrice, a meno che il sistema non richieda, per le sue caratteristiche, l’intervento di un professionista iscritto all’albo – e rilascia, al termine delle operazioni, apposita dichiarazione di conformità, prevista dall’art. 7 del D.M. 37/2008, secondo il modello allegato al citato decreto

Quali costi hanno gli impianti di videosorveglianza?

Per quanto riguarda i costi di un sistema di videosorveglianza professionale indicativamente posso variare da € 1500 a € 5000,00 compreso manodopera e materiali, ma poiché i dispositivi presenti sul mercato sono molti e di svariato genere i prezzi possono variare in base alle caratteristiche dei prodotti e del sito da proteggere

Per concludere vi segnalo una nota di Amazon che si legge al fondo di una ricerca di sistemi di videosorveglianza:
“Questo contenuto è fornito dal venditore o produttore. Questo contenuto non è stato verificato da Amazon per l’accuratezza, la completezza o in altro modo. Amazon cerca di essere quanto più precisa possibile. Tuttavia, Amazon non garantisce che le descrizioni dei prodotti o altri contenuti di questo sito siano accurate, complete, affidabili, aggiornate o privi di errori. Inoltre, Amazon non riconosce alcuna garanzia, espressa o implicita, come meglio indicato nelle ‘Condizioni d’uso’ per Amazon.it.”

QUINDI …… ATTENTI A QUELLO CHE ACQUISTATE E RIVOLGETEVI SEMPRE AD UN PROFESSIONISTA

Francesco Ciano

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